Dal Vangelo secondo Marco
Mc 4,21-25
In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Viene forse la lampada per essere messa sotto il moggio o sotto il letto? O non invece per essere messa sul candelabro? Non vi è infatti nulla di segreto che non debba essere manifestato e nulla di nascosto che non debba essere messo in luce. Se uno ha orecchi per ascoltare, ascolti!».
Diceva loro: «Fate attenzione a quello che ascoltate. Con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi; anzi, vi sarà dato di più. Perché a chi ha, sarà dato; ma a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha».
Il desiderio di una luce, quando siamo al buio è naturale; spesso però intuiamo una luce, ma è velata, non rischiara a sufficienza, ci sono dei veli che non le permettono di diffondersi; è come un sole pallido nella nebbia; è un buon segnale, ma non ti permette di viaggiare sicuro. Questa luce può essere anche una parola che ci raggiunge nella nostra solitudine; allora o la rifiutiamo o la accogliamo senza limitarla e ce ne lasciamo inondare e conquistare.
Ora Marco ci presenta la Parola come una luce e questa luce non deve essere nascosta, coperta, ma una compagnia sicura per il nostro cammino. Il che non significa che è una luce che ci abbaglia, ci confonde; la possiamo pensare come una fiaccola, che deve essere curata sempre, e capace di orientare il cammino di ogni persona, perché non si smarrisca brancolando nel buio come un cieco. La Parola ci è necessaria sempre perché è la presenza dello stesso Signore che ci svela ciò che è nascosto e manifesta ciò che è segreto; ci svela i profondi segreti del cuore di Dio. Crea in noi se la ascoltiamo una nuova situazione e domanda di essere accolta, come una voce viva cui dare risposta. Per questo Gesù dice: “se uno ha orecchi per intendere, intenda” e “fate attenzione a quello che udite”. Proprio perché “nella misura” in cui sarà ascoltata, si avranno frutti.
Occorre però lasciarsi penetrare, occorre che il nostro essere, la nostra vita sia immersa in essa, creandole spazi sempre più ampi e adatti perché possa crescere e svilupparsi. Non basta fare un vuoto dentro di noi per lasciarle posto, ma accoglierla con ogni disponibilità, accettare le trasformazioni che sa donarci, la vita nuova che scatena, le prospettive che ci apre, le proposte che possono destabilizzarci, ma che modellano la nostra esistenza secondo i lineamenti di Gesù.
Tanto più ampio è lo spazio del nostro ascolto, tanto più la Parola di Dio si espanderà, riempirà la nostra vita e la vita del mondo. Se ci chiudiamo ci sarà tolto anche quello che abbiamo, perché scivola via, evapora, svanisce, perde ogni consistenza. Invece se lasciamo che in noi si compia il miracolo di una generosa accettazione prorompe un’abbondanza che ne seminerà ancora e ancora.