Una chioccia, Gesù voleva essere per ogni persona

Audio del Vangelo

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 13,31-35)

In quel momento si avvicinarono a Gesù alcuni farisei a dirgli: «Parti e vattene via di qui, perché Erode ti vuole uccidere».
Egli rispose loro: «Andate a dire a quella volpe: “Ecco, io scaccio demòni e compio guarigioni oggi e domani; e il terzo giorno la mia opera è compiuta. Però è necessario che oggi, domani e il giorno seguente io prosegua nel cammino, perché non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme”.
Gerusalemme, Gerusalemme, tu che uccidi i profeti e lapidi quelli che sono stati mandati a te: quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una chioccia i suoi pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto! Ecco, la vostra casa è abbandonata a voi! Vi dico infatti che non mi vedrete, finché verrà il tempo in cui direte: “Benedetto colui che viene nel nome del Signore!”».

Audio della riflessione

Ricorderò sempre nella mia lunga vita questa frase del vangelo della messa di oggi che vi leggo… Ero un ragazzo di 10 anni e stavo facendo il chierichetto alla ordinazione di un presbitero del mio paese. Era una domenica di luglio e il vangelo che venne letto parlava proprio di una gallina e della sua covata. Mi attrasse subito. Io, ragazzo di campagna avevo in camera dove dormivo con i miei fratelli una chioccia che faceva la sua covata e sentendomi dire che Gesù era così, mi veniva in mente quanto era attenta la chioccia a difendere la sua covata, ci teneva a distanza non permetteva assolutamente che ci avvicinassimo. Sentendomi rappresentare Gesù così mi sono detto: Se sto con Gesù sono sicuramente in buone mani. Avevo forse già in mente di andare in seminario per farmi prete e quella immagine mi fece decidere. Lasciai uscire dalla chiesa tutti, mi misi davanti al tabernacolo e chiesi a Gesù: Io voglio diventare prete come don Luigi, che era appena stato ordinato. E così fu.

Gesù era appena stato avvisato dai farisei che Erode, che aveva appena fatto ammazzare Giovanni il Battista, voleva fare fuori anche Gesù. Gesù con coraggio, senza pensare, dico io, che forse i farisei pure gli volevano fare paura perché smettesse la sua predicazione, tratta Erode come una volpe che va placcata, pur sapendo che dalla stessa volpe lo attendeva ancora di peggio. Gesù sicuramente manda a dire a Erode che non ha bisogno del suo permesso per vivere fino in fondo la sua missione e continua il suo lavoro. I tempi li decide Dio Padre e nessun altro, anzi già preannuncia con quel terzo giorno la sua risurrezione e decide anche il luogo che è sicuramente a Gerusalemme, che purtroppo non si ravvede e non si rende conto del suo sacrificio, del suo amore. La rimprovera: come rimprovera noi che siamo insensibili ai suoi progetti e richiami. Siamo noi oggi quella covata che rifiuta la chioccia, la sua protezione dal male, la sua mediazione sofferta sulla croce per la nostra salvezza, il dono del suo sangue e del suo corpo martoriato.

Nel capitolo successivo Luca insisterà ancora su questo stato d’animo di Gesù verso Gerusalemme e quindi verso di noi e piangerà, guardandola dal monte degli ulivi, dal monte della sua agonia nell’orto del Getsemani, perché la città santa non ha voluto riconoscere il tempo della sua visita definitiva per la salvezza della stessa città e oggi noi diciamo anche del nostro mondo. Gesù fa che ascoltiamo il tuo pianto e ti asciughiamo le lacrime, con l’amore verso chi le versa ancora tra noi.