Dio per valutare il nostro mondo, ha come modello: le beatitudini

Audio del Vangelo

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 6,20-26
 
In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva:
«Beati voi, poveri,
perché vostro è il regno di Dio.
Beati voi, che ora avete fame,
perché sarete saziati.
Beati voi, che ora piangete,
perché riderete.
Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti.
Ma guai a voi, ricchi,
perché avete già ricevuto la vostra consolazione.
Guai a voi, che ora siete sazi,
perché avrete fame.
Guai a voi, che ora ridete,
perché sarete nel dolore e piangerete.
Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti».

Audio della riflessione

Ogni nostra vita è segnata dalle esperienze che l’hanno costruita, dalle persone che l’hanno incontrata, dai sogni che s’è nutrita dentro e che ha tentato di realizzare. Ciascuno s’è fatto una sua coscienza, un suo stile, un insieme di convinzioni, una mentalità. Concorrono tutti a costruire questo spazio. Poi un giorno ti capita di dover prendere delle decisioni importanti, oppure sei posto contro la tua volontà di fronte a fatti nuovi tragici o entusiasmanti. Il tuo modo di pensare non regge più, hai bisogno di uscire dal tuo piccolo mondo e di sentire un’altra campana; hai bisogno di vedere se quello che fai è giusto. Come mai tutto quello che ho messo assieme fino ad oggi non riesce più a interpretare quel che mi capita? Questa è una grande domanda religiosa.

Non mandi all’ammasso la tua razionalità, la tua esperienza, la tua saggezza, ma vuoi collocarla in una prospettiva più ampia, più garantita, che condensa l’esperienza dell’umanità, ma che sa anche farti fare salti di qualità.

E ti capita di sentirti dire:

beati voi poveri perché vostro è il regno

beati voi che sentite i morsi della fame

beati voi che dovete convivere tutti i giorni con le lacrime del pianto, diventeranno di gioia

beati voi se vi faranno tutti i dispetti del mondo e si divertono a tormentarvi. Non ce la faranno a cancellarvi dal Regno di Dio.

State attenti piuttosto se crepate di indigestione, se avete sempre la bocca fino alle orecchie per la leggerezza e la superficialità del riso, se tutti si danno da fare a dirvi complimenti soffocanti. Non sta qui la bellezza della vita.

E’ il bellissimo discorso che noi cristiani chiamiamo delle Beatitudini. E’ un altro modo di guardare la realtà, è l’esatto contrario di quanto ci siamo costruiti per tentativi, per difesa, nel nostro mondo razionale e miope.

Cristo ci dice capovolgi il tuo mondo, divertiti a fare il contrario del consumo, del successo, della legge del più forte, del potere, dell’egoismo: vedrai che vita!

Ma soprattutto fissa il tuo sguardo su di me. Una vita così come la mia è un fallimento o è una vita riuscita? E’ la vita di Gesù. Le beatitudini sono Lui. Non sono un insieme di comportamenti da smidollati, da gente senza grinta, ma solo un esempio dei tanti possibili che chi crede in Gesù può realizzare. Le beatitudini si possono comprendere solo conoscendo che Dio è amore. La sua giustizia è togliere a chi ha e darlo a chi non ha in modo che si viva in concreto da fratelli; noi invece diciamo a ciascuno il suo, invece che sulla giustizia di Dio che è amore, si fonda sull’ingiustizia umana e ne codifica l’egoismo che la origina. In realtà ognuno di noi è combattuto tra l’avere, il potere e l’apparire da una parte e la chiamata del Signore alla povertà, al servizio e all’umiltà dall’altra. Da che parte vogliamo stare?! Dio ci aiuti a stare dalla parte giusta.