Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 14,15-16.23b-26
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre.
Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».
Ci riportiamo a quel Cenacolo che era diventata la casa dei ricordi, delle recriminazioni circa i tradimenti che ciascuno in maniera più o meno grave ed evidente aveva fatto ed era diventata finalmente la casa dell’attesa, da quando Gesù non una volta sola si era fatto vedere vivo e risorto e aveva detto esplicitamente “Ricevete lo Spirito Santo” Solo che rischiava di diventare la casa della paura, della disfatta conclamata, del rifugio comodo o della consolazione tra pochi.
La grande sofferenza e la grande sconfitta della croce pesava ancora molto. Il popolo aveva intentato un processo a Gesù, gli aveva preferito Barabba, l’aveva mandato a morte. I primi sconfitti erano loro gli apostoli. Gesù era risorto, ma la forza nuova di affrontare la vita da soli ancora non si manifestava. E Gesù la promette e la manda loro. Verrà il Paraclito, la forza, il conforto, l’energia vera, la grazia, la nuova presenza intima di Dio in ogni vita. Colui che aiuterà a cambiare testa, a misurarsi con verità su ogni parola di Gesù, a sentirlo dentro come fuoco d’amore. Il peggio non è ancora passato, perché ora quello che hanno fatto a me lo faranno anche a voi, Anche voi sarete messi a morte nella convinzione di fare piacere a Dio, mio Padre. Vi isoleranno, vi cacceranno, vi scardineranno dalla vostra stessa identità. Non vi lascio soli con voi ci sarà sempre lo Spirito.
E la storia dei cristiani non è storia di kamikaze, ma di martiri, di testimoni che rispondono a ogni sorta di tormenti con cui i carnefici si divertono, con il sorriso, con il perdono, con la preghiera, senza rabbia. Hanno avuto una grinta interiore che non si sarebbero mai immaginati di poter avere. Per qualche padre della chiesa è la prova più evidente della risurrezione di Gesù. Come avrebbero potuto questa massa di impauriti conquistare il mondo alla fede in Gesù, se non si fosse fatto vivo col suo corpo martoriato e reso vivo con lo Spirito Santo? Dio ama i suoi figli e non li lascia soli.
Con lo Spirito nasce la speranza che è la prima cura contro la depressione spirituale e lo scoraggiamento. E’ un dono di Dio guardare alla vita ogni giorno che ti alzi con desiderio di vivere, con gioia di ricominciare, con uno sguardo buono su quelli che incontriamo, con un atteggiamento di accoglienza con tutti.
D’ ora in avanti è lo Spirito che costruisce la nostra vita interiore che ricarica le batterie per poter comunicare con tutti. Il nostro cellulare è scarico, la nostra comunicazione non raggiunge nessuno, perché è solo mostra di noi stessi, non è ascolto, attenzione, amicizia, ma sopraffazione.
E’ lo Spirito che ci fa capire che scelte fondamentali fare nella vita. E’ con Lui che dobbiamo fare discernimento, è Lui che vi condurrà alla verità intera, non permetterà che siate schegge impazzite di qualche fissazione.