La pace, il testamento di papa Francesco

Audio del Vangelo

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 14,27-31a

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi.
Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate.
Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il prìncipe del mondo; contro di me non può nulla, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre, e come il Padre mi ha comandato, così io agisco».

Audio della riflessione

La parola pace è di quelle che evocano infinti pensieri di benessere, di tranquillità, di serenità, calma, tranquillità, distensione, soprattutto assenza di guerre, visti i tempi in cui viviamo. Ancora molti pensano che la guerra sia una realtà necessaria che ci deve per forza essere, che serve a risolvere i problemi, il contenzioso, a punire i reprobi, a fermare i terroristi. Purtroppo, e ce ne stiamo facendo una esperienza personale, tutte le volte che si inizia una guerra per ristabilire l’ordine, si crea un altro disordine più grave e non se ne vede mai la fine. Giovanni Paolo II, e tutti i papi, hanno sempre consigliato, supplicato i capi dei popoli di non ricorrere alla guerra per risolvere i problemi, ma non li ha mai ascoltati nessuno. Papa Francesco si è speso fino alla sua morte per supplicare i potenti della terra di mettersi  a tavoli di pace, non a costruire armi. Ai suoi funerali è stato ricordato nell’omelia della Messa il suo insegnamento ricorrente a  tutti i capi di stato presenti questo compito primario. Tanto più che oggi le guerre sono diventate molto più distruttive e coinvolgono non solo quelli che fanno il mestiere della guerra, ma bambini e persone innocenti.  In queste ultime guerre le persone meno colpite sono proprio i soldati e la potenza di fuoco si scarica maggiormente sui civili.

Gesù giustamente dice: vi lascio il dono della pace, ma non come la dà il mondo. La sua è la pace che va alla radice, è quella del cuore, è la dimensione del dono, della giustizia, della remissione del torto, la pace con Dio, la cancellazione della cattiveria dal nostro cuore, la pienezza di vita che non desidera altro che esprimere l’amore. La pace nel mondo ci sarà quando saremo tutti disposti in coscienza a perdonare, quando la nostra bontà sarà tale da far cadere le armi dalle mani di chi le impugna.

Tutto lo sforzo della nostra vita umana è affidato a Dio perché ci cambi il cuore. Metti in noi un cuore di carne e toglici il cuore di pietra. Facci capire che la pace del mondo comincia dalla pace interiore, dal rispetto della vita sempre e comunque, da un animo che cancella da sé ogni odio, da gente che sa accettare  il  sacrificio della sua vita per mantenere il mondo nella pace. Purtroppo oggi pensiamo che tutto venga risolto dagli avvocati, dalla rivendicazione ad ogni costo dei diritti, da una giustizia che diventa il massimo della sopraffazione. Il primo saluto di Gesù alla risurrezione è stato shalom, la pace, la pienezza della serenità interiore e  dell’impegno perché diventi stile di vita in ogni esistenza. Annunciare il Risorto significa credere in una vittoria definitiva sulla morte, sull’odio e noi ne vogliamo essere i primi portatori.

Le mamme in genere sono molto più sensibili alla pace di noi uomini. Se lasciassero fare a loro gli stati non entrerebbero mai in guerra, loro che sarebbero pure disposte  a morire per difendere i propri figli e invece sono obbligate a raccoglierne i cadaveri. Maria è la madre e la regina della pace anche perché ha patito la morte di suo figlio su di sé e lo ha riaccolto tra le braccia come segno di pace vera per il mondo.