Dal Vangelo secondo Luca (Lc 21,29-33)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola:
«Osservate la pianta di fico e tutti gli alberi: quando già germogliano, capite voi stessi, guardandoli, che ormai l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino.
In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno».
Che il tempo passi è esperienza che tutti provano sulla propria pelle. Noi adulti soprattutto non ce ne ha accorgiamo nemmeno e quando ce ne facciamo un’evidenza stiamo anche male. Vorremmo fermarlo, ma passa inesorabile. Se poi guardiamo oltre la nostra vita e osserviamo la storia percepiamo ancora di più lo scorrere del tempo. Le rovine del tempio della dea fortuna a Palestrina, sono imponenti, appunto stanno a indicare quanto tutte le cose passino. Se conosciamo un po’ di storia, sappiamo bene quante persone hanno tentato di dominare il mondo, ma sono passate anche loro. Città una volta grandiose sono solo cumuli di macerie. Dicono che le nostre costruzioni di cemento armato durano fino a cent’anni. Tutto passa. La nostra vita è un fiume che scorre continuamente. Ci sorge spontanea la domanda: non resterà niente di noi? Siamo destinati tutti a scomparire nel nulla? C’è un mondo altro in cui vivremo? Vivremo con tutti gli affanni che oggi ci tormentano?
Le domande sono certo più delle risposte. Anche Gesù era ogni giorno a confronto con l’ineluttabilità del passare del tempo, vedeva gli uomini abbarbicati alle loro costruzioni. Per gli ebrei dei suoi giorni il tempio era qualcosa che pensavano indistruttibile. E lui a dire: non vi attaccate ai monumenti, non resterà pietra su pietra. E loro a guardarlo in cagnesco perché con la verità stava minando le loro sicurezze false e fasulle. La ruggine del tempo corrode ogni nostro metallo o tesoro, cercate qualcosa che rimane. E che cosa c’è che rimane? Dice Gesù: i cieli e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. Bella pretesa: ha fatto imbestialire tutti. Ma lui poteva dirlo la sua parola è una parola d’amore e l’amore anche il più semplice che vivi non tramonterà mai, lascerà sempre una traccia come l’onda sulla sabbia del mare, una traccia sulla spiaggia del tempo.
Lo sta dimostrando la storia: sono crollati tutti i nemici di Cristo e lui è ancora amato e seguito oggi. Il suo contemporaneo, molto più potente, l’imperatore Augusto è studiato solo dagli archeologi, lui il signore, la parola definitiva di Dio, è vivo nella vita di tanti uomini e donne. Si direbbe non solo che i nemici di Cristo ma anche di uomini di Chiesa hanno fatto di tutto per distruggerlo, ma lui rimane e tornerà. Abbiamo una speranza che è attesa certa. E anch’io vorrei avere, forte, questa speranza.