Dal Vangelo secondo Luca (Mt 18, 1-5.10)
In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?».
Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli.
Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me.
Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli».
È bello sentirsi di qualcuno sempre, sapere che non sei mai solo, che hai qualcuno cui affidarti, che veglia su di te, che è disposto a faticare, a camminare, a crescere con te. Questo sicuramente è un amico, è per una buona parte della nostra vita il papà, la mamma. Qualcuno ha la grazia di avere un fratello o una sorella con cui si litiga, ci si cerca, si bisticcia, ci si confida, ci si coalizza contro i grandi, ci si fanno confidenze. Quando si è più grandi si cerca una guida. Molti di noi ricordano di avere avuto nell’esistenza una persona che li ha sorretti, spronati, tenuti per mano.
Nella fede ciascuno di noi ha una presenza speciale, personale, di Dio, l’angelo custode. Dice Gesù, parlando dei bambini: non crediate di poter fare da padroni sulla vita di questi piccoli, di poterli strumentalizzare o disprezzare, perché i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio. Secondo la letteratura giudaica il compito degli angeli era triplice: adorazione e lode a Dio, messaggeri divini per gli uomini, custodi degli uomini e delle nazioni. L’insegnamento fa pensare alla dignità dei piccoli che credono in Gesù, se i loro angeli hanno questa dignità, quanto maggiore sarà la dignità dei credenti che gli angeli stessi sono destinati a servire.
La storia di salvezza di Dio raggiunge ogni persona nella sua situazione concreta attraverso questi messaggeri, questi angeli, queste presenze personificate dell’amore di Dio. Gesù nella sua vita ha esplicitato molte volte questo rapporto, soprattutto nell’ora suprema del dolore e dell’abbattimento, della possibile disperazione e del tradimento. Nell’orto del Getsemani, la notte della sua cattura da parte della soldataglia, Gesù viene confortato da un angelo.
I bambini sono già grandi e intoccabili per sé stessi, per la persona che essi sono, devono stare al centro della nostra attenzione, ma spesso vengono usati come ricatto nelle famiglie, nei litigi tra papà e mamma, vengono usati nelle pubblicità, vengono rapiti, della loro vita non si tiene conto, le città sono costruite a misura di adulto, non sono fatte perché anche loro vi possano vivere felici, sono spesso lasciati soli, vengono affidati alla Tv, che fa scempio della loro innocenza. Molti vengono usati a lavorare, in certi contesti vengono usati come soldati, invece di giocattoli imbracciano armi. La pedofilia è ancora una grave realtà del nostro mondo adulto. Potremmo continuare a ricordare le nostre inadempienze, ma solo per richiamarci ciascuno alle nostre responsabilità.
Ci sono anche però molti che vivono per loro, per loro danno il massimo dell’amore. Tanti genitori sono capaci di atti eroici, quotidiani, senza tanto clamore; sono imparentati e in buona compagnia, spesso senza saperlo, con i loro angeli che Dio ha messo come sicuro segno di speranza nelle loro vite.