Donne collaboratrici di Gesù per il Regno di Dio

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Dal Vangelo secondo Luca (Lc 8, 1-3)

In quel tempo, Gesù se ne andava per città e villaggi, predicando e annunciando la buona notizia del regno di Dio. C’erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demòni; Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode; Susanna e molte altre, che li servivano con i loro beni.

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Si fa sempre tanto parlare di femminismo, di maschilismo e sembra che nella chiesa solo perché le donne non possono diventare presbiteri o vescovi, ci sia disprezzo o sottovalutazione della donna. Gesù non è proprio di questo avviso, anche perché già nei suoi percorsi per la Palestina ad annunciare il vangelo è attorniato anche da donne oltre che dal gruppo degli apostoli.

L’evangelista Luca è molto attento a mettere in evidenza questa speciale attenzione di Gesù verso le donne, e pone i discepoli e le discepole sullo stesso piano. Ci sono anche i loro nomi: Maria Maddalena, nata nella città di Magdala, detta erroneamente la peccatrice e di cui si è tanto inventato e romanzato, dimenticando che è stata la prima annunciatrice della Risurrezione di Gesù. Lui l’ha guarita da sette demoni. Giovanna, moglie di Cusa, procuratore di Erode Antipa, che era governatore della Galilea. Susanna e diverse altre. Di queste si dice che “servono Gesù con i loro beni”. Gesù permette che un gruppo di donne lo “segua”.

Alla morte di Gesù Marco informa che c’erano anche alcune donne, che stavano sotto la croce e poi ad osservare da lontano, tra le quali Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo il minore e di Giuseppe, e Salomé, che lo seguivano e servivano quando era ancora in Galilea, e molte altre che erano salite con lui a Gerusalemme.

Di esse si dice che seguivano Gesù, lo servivano e con Lui salirono a Gerusalemme, dove il verbo “salivano” ha un significato più profondo del fare una strada in salita; è la condivisione del percorso verso il dono supremo di sé di Gesù che vive il salire a Gerusalemme, dove fu crocifisso, dando la vita per l’umanità come l’apice della sua vocazione.  Altre donne incontrate da Gesù sono: Marta e Maria, le sorelle di Lazzaro, Maria, madre di Giacomo, ed Anna, la profetessa di 84 anni di età. Purtroppo, la tradizione ecclesiastica immediatamente seguente ai tempi del vangelo non ha dato sufficiente valore a questo discepolato delle donne con lo stesso peso con cui dà valore alla sequela di Gesù da parte degli uomini, non dico solo degli apostoli. L’importanza di questa relazione di Gesù con le donne è una novità, non solo per la presenza delle donne attorno a Gesù, ma anche e soprattutto per l’atteggiamento di Gesù in rapporto a tutte quelle che incontra nella sua predicazione.

Ricordo come la forza liberatrice di Dio, che agisce in Gesù, faccia sì che la donna si alzi ed assuma la sua dignità. Gesù è sensibile alla sofferenza della vedova e solidarizza con il suo dolore. Il lavoro della donna che prepara il cibo è considerato da Gesù come un segnale del Regno. La vedova tenace e decisa che lotta per i suoi diritti è considerata modello di preghiera e quella vedova povera che butta nel tesoro del tempio tutto il necessario che ha per vivere è modello di dedizione e di dono senza riserve e di umiltà. Nella sua epoca che non prendeva molto in considerazione le donne, Gesù le accoglie e le sceglie come testimoni della sua morte, della sua sepoltura e della risurrezione. Un atteggiamento veramente rivoluzionario e profetico, che noi oggi non possiamo non mettere in risalto, anche contro i femminicidi che stanno imbarbarendo la nostra convivenza civile.