Dal Vangelo secondo Luca (Lc 7,31-35)
In quel tempo, il Signore disse: «A chi posso paragonare la gente di questa generazione? A chi è simile? È simile a bambini che, seduti in piazza, gridano gli uni agli altri così: “Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!”. È venuto infatti Giovanni il Battista, che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e voi dite: “Ecco un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori!”. Ma la Sapienza è stata riconosciuta giusta da tutti i suoi figli».
Sono sempre davanti a noi le mille scuse che accampiamo quando non vogliamo prendere posizione, non siamo capaci di deciderci, facciamo finta di niente. Non ci va bene né il diritto, né il rovescio, siamo sempre in cerca di una eventuale ponderatezza, o saggezza, ma in pratica non vogliamo uscire dal nostro mondo. Ci siamo costruiti la nostra tana, abbiamo il nostro loculo e, non vogliamo lasciarci provocare dalla novità che è sempre Gesù, il suo vangelo, la sua parola, la via, la verità e la vita. Giovanni non vi andava bene perché era troppo severo, io per voi sono uno cui piace mangiare e bere. da che parte state? Potrà la vostra vita continuare come un gioco? Sarà sempre possibile ritirarvi dal prezzo che bisogna pagare per essere onesti, per dare all’esistenza uno scopo bello, un ideale forte?
Credere in Gesù, affidarsi a Lui, vivere una vita di fede vuol dire prendere posizione: è così nella vita, quando si deve decidere una professione, ma soprattutto se si ritiene che la vita sia una vocazione, che esige una risposta. Ma è così ogni vita di famiglia, ogni rapporto educativo, ogni esperienza che si fonda sull’amore. Il sale dell’esistenza è sempre un atteggiamento chiaro, che può maturare anche dopo ponderatezza, incertezza dovuta alle situazioni della vita, ma prima o poi c’è una libertà vera giocata per uno scopo.
Il cristiano prende decisamente la parte di Gesù Cristo. È stato così san Paolo, che ha dedicato a Gesù completamente la sua vita, si è immedesimato in Lui, dopo averlo combattuto. hanno preso questa decisione non facile gli apostoli, Pietro con tutta la sua ingenuità, ma anche con tutto il suo amore, Giovanni che stava tanto a cuore a Gesù. Sono così tutti i santi, lo sono i martiri che antepongono Gesù alla loro stessa vita, lo sono tanti papà e mamme di famiglia per i figli.
Lo dobbiamo essere anche noi a tutte le età. Ogni fase della vita ha una sua decisione da prendere, magari non completa, ma sempre grintosa. Così un giovane non può mettere in campo la precarietà, che pure è una vera piaga; anche dentro questa può trovare forza di decidersi di stare dalla parte della vita vera. Dio gliene dà la forza e s’aspetta la sua connaturale generosità.