Dal Vangelo secondo Luca (Lc 6,20-26)
In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva: «Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio. Beati voi, che ora avete fame, perché sarete saziati. Beati voi, che ora piangete, perché riderete. Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti. Ma guai a voi, ricchi, perché avete già ricevuto la vostra consolazione. Guai a voi, che ora siete sazi, perché avrete fame. Guai a voi, che ora ridete, perché sarete nel dolore e piangerete. Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti».
Siamo sempre in cerca di giudizi morali sulla vita di tutti e pensiamo che il vangelo sia un ottimo prontuario per aiutarci a giudicare soprattutto gli altri. Occorre anche sapere che cosa è bene e che cosa è male, ma per comportarci bene non ci basta un prontuario che ci aiuti a dire: questo si, questo no, abbiamo invece bisogno di conoscere di più Dio e Gesù perché dalla contemplazione del volto che ci viene proposto scaturisce non un giudizio, ma un invito ad essere santi come il Signore è Santo, Ecco: le beatitudini, prima di essere una serie di cose da fare sono il volto di Dio sulla nostra vita. Ci lasciamo allora affascinare da Lui che essendo la nostra salvezza capovolge la scala dei valori dell’uomo e annuncia il modo con il quale Dio salva e vedremo che la vita cristiana diventa una gioia non solo per noi, ma per tutti.
Luca quando presenta le beatitudini le associa anche ai “guai a voi”; non ci dicono che cosa è bene e che cosa è male, manifestano e rivelano come agisce Dio nella storia umana. Sono non poco diverse dalle leggi che Mosè consegnò agli ebrei alla sua discesa dal monte Sinai, che perentoriamente dicevano agli uomini e alle donne che cosa dovevano fare, Gesù invece ci dice che cosa fa Lui, chi è Lui per noi. Ci rivela il volto di Dio. Le beatitudini si possono comprendere solo conoscendo che Dio è amore per tutti. La prima beatitudine in Luca e il primo guai ci vogliono far capire che il regno di Dio è già ora dei poveri e che già ora i ricchi se ne escludono consolandosi con le cose, La povertà che qui si presenta è da leggere all’interno della coscienza dell’uomo. La distinzione poveri-ricchi è di facile attribuzione all’esterno, ma di difficilissima lettura all’interno della coscienza dell’uomo. Solo la Parola di Dio che penetra nel profondo dell’uomo ci fa capire se siamo dei poveri-beati o dei ricchi-infelici.
Gesù proclama felici i poveri non perché sono bravi o hanno dei meriti speciali, ma perché Dio ama ciascuno secondo il suo bisogno, e il povero è colui che ha più bisogno. Il cristiano deve impegnarsi a favore dei poveri per imitare Gesù. La storia e la cronaca del mondo attuale, piena di miserie, di fame, di pianto e di ogni genere di mali è lo spazio d’azione del credente, se vuole imitare Gesù.
I “guai a voi” non sono un grido di vendetta o di minaccia, ma un estremo grido di compianto, di compassione e di lamento che Gesù rivolge ai ricchi perché mettono le cose al posto di Dio e non hanno ancora sperimentato la gioia di colui che vende tutto per acquistare il tesoro che è Cristo (cfr Mt 13,44). Guai a chi è sazio, a chi si dà alla pazza gioia perché non sa di aver consumato tutta la felicità, che invece sta solo in Dio.